
ZEM CAR
ZEM CAR
Un team di trentacinque studenti dell’Università di Eindhoven ha sviluppato un’autovettura elettrica sostenibile che cattura più anidride carbonica di quanta ne emetta durante la guida. Si tratta di un prototipo, chiamato Zem, che purifica l’aria attraverso uno speciale filtro.
Zem è un acronimo che sta per Zero Emission Mobility. Il mezzo è stato realizzato con l’obiettivo di renderlo a zero emissioni di carbonio per tutto il suo ciclo di vita e, infine, di metterlo su strada. Perché si tratta ancora di un prototipo, benché marciante.
Questa auto elettrica è stata interamente creata con la stampa 3D a partire da plastiche riciclate. L’additive manufacturing ha il vantaggio, in termini di sostenibilità, di non generare alcuno scarto, ma l’impatto è gradevole anche dal punto estetico, come potete vedere dall’immagine in copertina.
Ha anche interni provenienti dal riciclo di scarti di ananas e un cruscotto fatto di olio da cucina. Sul tetto della Zem sono installati dei pannelli solari che forniscono circa il 15% del fabbisogno energetico dell’auto, mentre sul retro è presente un punto di ricarica tradizionale che completa il resto del fabbisogno energetico del veicolo.
FILTRI AL CARBONIO
Ma il punto forte sono una coppia di filtri al carbonio nella griglia anteriore che contribuiscono alla pulizia dell’atmosfera. Ogni 30.000 km circa il mezzo rimuove tanta CO2 quanta ne rimuoverebbe un albero maturo ogni anno. Il valore non sembra particolarmente rilevante preso da solo, ma se considerate che in questo preciso istante, nel mondo, circa 1 miliardo di persone stanno circolando in macchina, se il loro movimento contribuisse a rimuovere la CO2 invece che ad emetterla, l’impatto (doppio) sarebbe rilevante.
Per ora, le performance sono ancora discutibili, perché il filtro che pulisce l’aria andrebbe svuotato ogni 320 km, ma se si potessero utilizzare adeguate strutture presso le colonnine di ricarica e con filtri più grandi, il sistema avrebbe ottime potenzialità. In ogni caso, quando si pensa di scalare, chiaramente si comincia a parlare di investimenti, tempi e ritorni economici, ma l’equilibrio costo – ambiente potrebbe essere interessante.
Infine, come se non bastasse, un’altra tecnologia di prossima implementazione in Zem è la ricarica bidirezionale. Questo consentirebbe alle auto di fornire energia alle case quando in quel momento non viene generata energia rinnovabile. Zem diventerebbe una sorta di batteria esterna alla casa, che fornisce energia verde all’abitazione quando è necessario.
Ora, io non voglio fare banali generalizzazioni, ma se un gruppo di studenti è riuscito a creare tutto questo in un anno di lavoro, ed immagino con risorse economiche abbastanza limitate, perché bandire i veicoli a combustibili fossi nel 2035 sarebbe troppo presto?
Sustainable Electric Car That Cleans The Air While Driving — Zem – CleanTechnica

LATTE SENZA MUCCA
LATTE SENZA MUCCA
La carne prodotta in laboratorio è in arrivo. Ma i latticini prodotti in laboratorio sono già arrivati.
Negli ultimi mesi sono sorte moltissime aziende che sviluppano proteine del latte ottenute da lieviti o funghi, tra cui l’alfiere del settore, Perfect Day, azienda lattiero-casearia californiana che ha lavorato molto per preparare il mercato. I prodotti di queste aziende sono già presenti sugli scaffali dei negozi sotto forma di yogurt, formaggi e gelati, spesso etichettati come “senza animali” o “animal-free”.
La nascente industria, che si definisce “fermentazione di precisione”, ha una propria organizzazione di categoria e grandi produttori alimentari come Nestlé, Starbucks e General Mills hanno già aderito come membri, in quanto Clienti dei principali player dell’artificiale. Non sorprende quindi che molte startup, visto l’interesse dei colossi, cerchino di mettersi in mostra per una potenziale exit futura.
I potenziali vantaggi sono molteplici. I latticini di precisione non contengono colesterolo, lattosio, ormoni della crescita e antibiotici. Il bestiame, da carne o da latte, è la prima fonte agricola di gas serra a livello mondiale. Il formaggio può essere dannoso per l’ambiente, più della sua controparte liquida: per produrre un chilogrammo di formaggio occorrono in media dieci litri di latte di mucca (ok è una media del pollo… ma il concetto è chiaro). Secondo il World Economic Forum e molti rapporti scientifici, il formaggio è il terzo produttore di emissioni in agricoltura dopo la carne di manzo e di agnello.
COME FUNZIONA
Come funziona? Ci sono serbatoi di fermentazione in acciaio inox che ribollono, software che mantengono le temperature, motori agitatori e ossigenatori. Dopo che i microbi hanno consumato la loro soluzione zuccherina e sono stati programmati per produrre le proteine desiderate, c’è un lungo processo per separare le proteine del latte dal terreno di coltura, quindi per lavarle e asciugarle in un essiccatore a spruzzo, in modo che la polvere possa essere utilizzata per produrre alimenti.
Dopo il processo di fermentazione, la produzione di proteine del latte utilizzabili è simile a quella dei normali caseifici, che dispongono di serbatoi in acciaio inossidabile, essiccatori a spruzzo e liofilizzatori, pastorizzatori, pompe a vuoto, refrigeratori e vaporizzatori.
Cosa determinerà il successo? Principalmente tre fattori. Primo, la continua presenza dei grandi acquirenti di latte che switchano a proteine sintetiche per ridurre la loro impronta ambientale. Del resto i consumatori sono fedeli ai brand, non agli ingredienti; quindi se proporranno questi prodotti progressivamente, i consumatori li adotteranno. Due, un’accelerazione della diffusione che porti i prezzi di questi prodotti al livello dei loro competitor con produzione tradizionale. Tre, la lobby di settore lascerà spazio ai nuovi venuti. Nel 2022, per esempio, il settore lattiero-caseario statunitense aveva ceduto il 16% delle vendite di latte al dettaglio al latte vegetale. La quantità di cause successive per l’uso improprio da parte di questi ultimi della parola “latte” non si contano. Un modo di osteggiare i competitor a colpi di costosissimi avvocati. Ma, in questo caso pare che l’integrazione tra colossi storici e produttori di latte di precisione sia già in corso.
Si accettano scommesse. Ma, probabilmente, potreste aver già consumato questi prodotti, senza nemmeno farci troppo caso.
Zem car Latte senza mucca Immagini brain scan

BRAIN SCAN
IMMAGINI BRAIN SCAN
L’AI non finisce mai di stupirci. Un recente studio dimostra che l’intelligenza artificiale è in grado di leggere le scansioni cerebrali degli individui e ricreare versioni ampiamente realistiche delle immagini viste da una persona. Secondo i ricercatori, lo sviluppo di questa tecnologia potrebbe avere numerose applicazioni, dall’esplorazione del modo in cui varie specie animali percepiscono il mondo alla possibilità di registrare i sogni umani e di aiutare la comunicazione nelle persone paralizzate.
Il nuovo studio rappresenta la prima volta assoluta che un algoritmo di intelligenza artificiale chiamato Stable Diffusion, sviluppato da un gruppo tedesco e rilasciato pubblicamente nel 2022, è stato usato per questo scopo. Stable Diffusion è simile ad altre AI “generative” da testo a immagine, come DALL-E 2 e Midjourney, che producono nuove immagini da richieste di testo dopo essere state addestrate su miliardi di immagini associate a descrizioni testuali.
Ma qui c’è qualcosa in più, perché l’algoritmo non opera a partire meramente da un testo scritto da una persona, ma dall’interpretazione di immagini osservate da individui, prendendole direttamente dai loro cervelli. Per il nuovo studio, un gruppo giapponese ha aggiunto un addestramento supplementare al sistema standard di Stable Diffusion, collegando descrizioni testuali aggiuntive su migliaia di foto ai modelli cerebrali suscitati quando quelle foto sono state osservate dai partecipanti in studi di scansione cerebrale (brain scan).
RISONANZE MAGNETICHE
L’algoritmo di intelligenza artificiale utilizza le informazioni raccolte da diverse regioni del cervello coinvolte nella percezione delle immagini, come i lobi occipitali e temporali. Il sistema ha interpretato le informazioni provenienti dalle scansioni cerebrali di risonanza magnetica funzionale (fMRI), che rilevano le variazioni del flusso sanguigno nelle regioni attive del cervello.
In pratica, hanno decifrato cosa succede nel cervello quando si guarda un’immagine, l’hanno trasformata in testo e fatta riprodurre dall’intelligenza artificiale. Il sistema genera efficacemente un’immagine che raffigura il contenuto, la disposizione e la prospettiva della foto visualizzata.
Per ora lo studio si è basato sull’attività di soli quattro individui di test e ovviamente in real time. Ma la potenzialità, come detto sopra, sono evidentemente davvero incredibili.
NOTA: nell’immagine di copertina, sopra le immagini originali, sotto quelle ricreate dall’AI.
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