Una buona strada per definire meglio i segnali deboli è porli in relazione con altri “fenomeni” che fanno parte del bagaglio del futurista. Ed andare per differenze.
Il grafico qui sotto, descrive molto bene l’oggetto di questo post.

I segnali deboli sono alla base, potremmo dire letteralmente alla radice, di fenomeni che non vanno confusi con gli stessi.
Cominciamo a ragionare sulle wild card, i famosi cigni neri. Si tratta di eventi dal grandissimo impatto, che esplodono rapidamente e generano conseguenze rilevanti. L’attuale pandemia di covid-19 è un esempio semplice e facilmente comprensibile.
Con le informazioni che abbiamo oggi, non è neanche particolarmente difficile riconoscere quali segnali di avvertimento avevamo già ricevuto in materia, ma a posteriori ovviamente sono tutti bravi. Tra il 2002 ed il 2003 la SARS colpì il mondo: causò la morte di 774 persone in 17 Paesi, con oltre 8.000 ammalati in 26 nazioni. Secondo le ricerche più accettate, la SARS ebbe origine nei pipistrelli e poi si diffuse nell’uomo. Ad Hong Kong imposero l’uso della mascherina, il lavaggio delle mani, l’aerazione di luoghi affollati e si chiusero persino le scuole.
E se le analogie evidenti non bastassero, nel 2012 esplose in Arabia Saudita la MERS (sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus), trasmessa dai dromedari all’uomo, partendo sempre dai pipistrelli. Risultato? Oltre 300 morti su poco meno di un migliaio di malati identificati.
Il covid-19 è sicuramente una wild card, ma qualche avvisaglia l’avevamo già ricevuta.
Proseguendo sul nostro ragionamento, un segnale debole può essere alla base di un mega-trend, ma le due cose ovviamente rimangono due fenomeni distinti. I mega-trend sono forze strutturali di lungo termine, i cui elementi distintivi e fondanti sono già ben settati e conosciuti. Forze che salvo rare eccezioni non possiamo invertire, nè cambiarne sostanzialmente la direzione. Trasformazione demografica, cambiamenti climatici, urbanizzazione, richiesta energetica, personalizzazione, progresso tecnologico sono solo alcuni esempi.
Prima che un segnale debole o un “fascio” di segnali deboli vadano a formare un mega-trend ci vuole certamente un tempo molto lungo, ma è anche vero che l’accelerazione dei fenomeni di cambiamento nella società moderna, aumenta sempre. Pensare che segnali colti oggi, si strutturino in mega-trend in meno 15-20 anni, è ampiamente plausibile.
Venendo a periodi più brevi ed impatti più modesti, i segnali deboli possono essere anche alla base di trend o mode passeggere, e comunque con gli stessi non vanno confusi.
Anche se alcuni considerano il termine trend equivalente alla moda, una moda è generalmente considerata un comportamento rapido e breve, che evapora rapidamente (6-12 mesi) mentre una trend è una tendenza che si evolve in un cambiamento di medio termine (18-24 mesi) o addirittura può evolvere in qualcosa di permanente.
Per esempio, la Top Ten dei trend tecnologici 2020 di Gartner ruotava intorno al concetto di “spazio intelligente centrato sulle persone“, ossia sugli impatti che le nuove tecnologie avranno sulle persone (i clienti, i dipendenti) nei luoghi in cui vivono (casa, ufficio, auto).
Pensando che non si parlava ancora di pandemia, molti dei trend narrati erano incredibilmente centrati.
Ed infine i segnali deboli possono dare vita anche a eventi, fenomeni o fluttuazioni casuali. La viralità delle scarpe da ginnastica della Lidl di Novembre-Dicembre 2020 è un esempio.
Per chi è alla continua ricerca dei segnali di futuro… il podcast The Future Of ve li racconta e vi ispira.
Segnali deboli trends e wild cards
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