Stimolazione elettrica ed apprendimento, coralli stampati in 3D, crimini AI, litio nell’acqua, raggi di elettricità

Lo spazio dei curiosi di futuro

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News dal futuro – stimolazione elettrica ed apprendimento, coralli stampati in 3D, crimini AI, litio nell’acqua, raggi di elettricità

In questa puntata i segnali di futuro sono:

  • stimolazione elettrica ed apprendimento: un auricolare, la stimolazione di un nervo e le lingue si imparano più in fretta
  • coralli stampati in 3D: tecnologie sostenibili (ma anche esperimenti bizzarri) per salvare la barriera corallina
  • crimini AI: una ricerca ed un panel di esperti ci raccontano quali crimini legati all’intelligenza artificiale ci possiamo attendere nei prossimi 10/15 anni
  • litio nell’acqua: i ricercatori scoprono un legame tra litio nell’acqua e disagi mentali… e qualcuno propone di usare la rete idrica per fare sperimentazioni
  • raggi di elettricità: un’azienda australiana, Emrod, sperimenta la distribuzione di energia via aerea grazie ad un sistema che converte l’elettricità in onde elettromagnetiche

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INTRO

Benvenuti o bentornati a The Future Of: questo è lo spazio dei curiosi di futuro. 

Io sono Andrea Ferrante, ed anche in questa calda estate, vi racconto le tecnologie, i colpi di genio e le discontinuità che potrebbero diventare grandi e plasmare il modo in cui vivremo domani.

Questa settimana il menù è ricchissimo: parliamo di tecnologie per migliorare l’apprendimento, coralli stampati in 3D per salvare la barriera, vi racconto quali crimini basati sull’intelligenza artificiale non fanno dormire di notte gli esperti, scopriamo perché alcuni scienziati vorrebbero mettere il litio nell’acqua potabile e poi prendiamo la scossa con una nuova tecnologia di distribuzione della corrente in modalità wireless che potrebbe rivoluzionare l’intero settore. Per chi ha pazienza e curiosità di arrivare fino in fondo, vi prometto che la startup della settimana vi farà venire voglia di provare il suo prodotto.

Siete pronti?

PRIMO SEGNALE DI FUTURO: STIMOLAZIONE ELETTRICA ED APPRENDIMENTO

La prima notizia della settimana arriva da un lavoro congiunto dalle Università di Pittsburgh e San Francisco, ed apre interessanti scenari nel mondo dell’apprendimento.

Una nuova ricerca, condotta da neuroscienziati americani, ha rivelato che un semplice dispositivo simile ad un auricolare  che stimola impercettibilmente un nervo chiave che porta al cervello, potrebbe migliorare significativamente la capacità di chi lo indossa di imparare i suoni di una nuova lingua. In una visione ampliata ed ottimistica dell’applicazione, questo dispositivo potrebbe avere un’ampia gamma di declinazioni e facilitare anche altri tipi di apprendimento.

Ma andiamo con ordine. I ricercatori hanno progettato un dispositivo che fornisce dei leggerissimi e misurati stimoli elettrici al nervo vago e lo hanno utilizzato su un campione di 36 persone intente nello studio del Mandarino. Che detto per inciso è una delle lingue più difficili, dato che le tonalità con le quali vengono pronunciati i termini, anche gli stessi termini, le stesse parole, attribuiscono significati diversi alle stesse. E per gli occidentali si presenta particolarmente ostico.

METODO E RISULTATO

La cosa interessante è sia nel metodo che nel risultato. 

Nel metodo perché i ricercatori hanno utilizzato una tecnica non invasiva chiamata stimolazione transcutanea del nervo vago, in cui un piccolo stimolatore è posizionato nell’orecchio esterno e può attivare il nervo vago utilizzando impulsi elettrici non visibili per stimolare uno dei rami vicini del nervo.

Nei risultati perché i partecipanti hanno appreso prima e meglio. Le percentuali di miglioramento non sono ancora clamorose, ma si sa che quando si inizia a studiare un nuovo argomento, il confine tra scoraggiarsi ed abbandonare e continuare galvanizzati dai primi successi, è molto sottile.

È qui che la ricerca delle due università, a mio modo di vedere, ha molto senso. Non dobbiamo pensare a questi strumenti come una sorta di doping neurologico, bensì come quella spintarella che l’artista un po’ impaurito riceve per entrare sul palco, per poi fare una performance memorabile.

Tra l’altro senza pensare necessariamente ad applicazioni futuristiche di apprendimento veloce, la stimolazione del vago ha già dato prova di essere utile per trattare l’epilessia, la depressione ed altri disturbi, ed è un campo di studi che richiede ancora notevoli approfondimenti perché produce risultati, ma non è ancora perfettamente chiaro il perché. 

SECONDO SEGNALE DI FUTURO: CORALLI STAMPATI IN 3D

Le nostre barriere coralline sono in sofferenza, ed alcuni studi dicono addirittura che potrebbero essere quasi estinte entro il 2100.  Con una prgressione preoccupante. Secondo gli scienziati della famosa Manoa University alle Hawaii, circa il 70-90% delle barriere coralline scomparirà probabilmente nei prossimi 20 anni a causa del riscaldamento degli oceani, dell’acqua acida e dell’inquinamento. Un disastro da evitare. Per questo motivo, gli scienziati stanno cercando modi creativi per ricostituirle.

Architetti e scienziati marini dell’Università di Hong Kong hanno allora unito le loro forze per sviluppare un nuovo approccio per il ripristino dei coralli. Il nuovo metodo prevede l’impianto di “piastrelle di barriera corallina” artificiali stampate in 3D, posizionate nel parco marino di Hoi Ha Wan ad Hong Kong.

Per Hong Kong il tema è serio. Il Parco Marino è il cuore della biodiversità locale, contiene più di tre quarti dei coralli della barriera corallina di Hong Kong ed ospita più di 120 specie di pesci. Tuttavia, negli ultimi anni, il graduale deterioramento dell’habitat dei coralli, un processo noto come bioerosione, insieme allo sbiancamento dei coralli ed agli eventi di mortalità di massa nel 2015-2016, stanno mettendo a rischio il futuro dell’intera barriera.

PIASTRELLE DI SCOGLIERA

In concreto sono stati stampati 128 pezzi di piastrelle di scogliera con un diametro di 60 centimetri. Sono stati creati appositamente attraverso un metodo di stampa robotizzata 3D con terracotta generica. Quindi a basso costo.

Una volta realizzate, sono state poi cotte ad oltre 1000 gradi per essere indurite. I materiali utilizzati per la loro creazione sono noti per essere più ecologici rispetto ai tradizionali metodi di restauro della barriera corallina e questo è uno dei motivi per cui questa sperimentazione ha gli occhi puntati addosso e se ne auspica il migliore successo possibile.

Basti pensare che altre soluzioni tentate hanno dato prova di essere molto più complesse, come per esempio far crescere i coralli in laboratorio e poi trasferirli in mare, oppure meno ecologiche, come posizionare in mare strutture di metallo alle quali i coralli si possano ancorare. Senza contare lo strano esperimento fatto in Australia a Giugno: nel tentativo di raffreddare le acque intorno alla barriera corallina, i ricercatori hanno usato una ventola montata su una barca dotata di un cannone da neve per sparare cristalli di sale nell’aria, con l’obiettivo di riflettere via la luce del sole.

SFORZI ENCOMIABILI

Ora per quanto tutti questi tentativi siano solo nelle fasi embrionali, coprano superfici di barriera ancora minime, oppure addirittura suonino bizzarri, la verità è che sono tutti encomiabili.

Del resto la perdita delle barriere coralline non avrebbe effetti solo sull’ambiente, ma anche su molte economie, come la pesca, il turismo, il commercio di prodotti ittici e cosi via. Uno studio della Cesar Environmental Economics Consulting ha provato persino a stimare il valore dell’asset “barriera corallina” ed il suo impatto sulle economie mondiali, arrivando alla strabiliante valutazione di 30 miliardi di dollari. Chissà che se proprio gli Stati non riescano ad agire motivati dalla coscienza ambientale, lo facciano almeno per motivi economici.

TERZO SEGNALE DI FUTURO: CRIMINI AI

Abbiamo detto spesso che la tecnologia è neutra, la sua capacità di fare del bene o del male dipende dalle scelte dell’uomo. Lo stesso vale quindi per l’intelligenza artificiale. Forse un giorno diventerà senziente e potrà prendere decisioni autonome, ma per ora resta ancora un tool la cui applicazioni dipende dagli intenti dei creatori e degli utilizzatori.

Ecco allora che i ricercatori dello University College of London hanno raccolto le informazioni contenute in vari paper di ricerca sull’AI ed hanno provato a stilare un elenco dei crimini che sarà possibile perpetrare in futuro attraverso l’intelligenza artificiale.

Un panel di esperti è stato poi chiamato a classificare gli item di tale lista in ordine di pericolosità, sulla base di quattro criteri: il danno che potrebbero causare, il potenziale di profitto o guadagno criminale, la facilità con cui il reato potrebbe essere commesso e la difficoltà di prevenirlo e bloccarlo.

I risultati sono interessanti ed emblematici di quello che ci potremo aspettare nei prossimi 10/15 anni.

UNA CLASSIFICA PREOCCUPANTE

La classifica degli utilizzi più preoccupanti vede ai primi sei posti rispettivamente: i ben noti deepfakes, la possibilità di usare i veicoli senza conducente come arma, il phishing  altamente targettizzato, l’interruzione di interi sistemi complessi controllati dall’intelligenza artificiale (mi viene in mente per esempio la rete elettrica), i ricatti su larga scala, ed infine la creazione di notizie false.

Anche se i deepfakes potrebbero in linea di principio suonare meno preoccupanti, per esempio, dei robot killer, la tecnologia è in grado di causare molti danni molto facilmente, ed è difficile da rilevare e fermare. Abbiamo già visto comparire in rete esempi, per ora spesso scherzosi o goliardici, specialmente di stampo politico, ma se le intenzioni sono cattive, è un attimo che si trasformino in casi in grado di turbare persino lo scacchiere geopolitico. Senza contare le truffe verso i consumatori o l’alterazione che potrebbero causare ai mercati borsistici.

Con le auto autonome in rapida evoluzione, i veicoli senza conducente sono stati identificati come un realistico meccanismo per trasportare esplosivi, o addirittura come armi di terrore a sé stanti. Altrettanto realizzabile è l’uso dell’AI per scrivere notizie false: la tecnologia esiste già, ha sottolineato il rapporto, e l’impatto sociale della propaganda non andrebbe sottovalutato.

Anche il phishing ed i ricatti sono altamente temuti. L’AI sarà in grado di creare comunicazioni altamente personalizzate ed indistinguibili da quelle reali, mentre se dovesse accedere ai grandi data set di informazioni personali contenute sui social o nei database delle grandi corporation tecnologiche, furti di denaro, di identità o la minaccia di esporre i dati, gli orientamenti politici, quelli religiosi o le condizioni di salute potrebbero diventare preoccupazioni rilevanti.

PRENDERE COSCIENZA DEI RISCHI

L’ultimo caso da non tralasciare è quello dell’impatto su sistemi complessi ed articolati, come i servizi pubblici, le utility, le telecomunicazioni, le transazioni finanziarie, dove un blocco del sistema potrebbe avere ripercussioni notevoli sulla vita di milioni di persone contemporaneamente.

Senza voler dipingere inutilmente scenari foschi, non c’è dubbio che iniziare a prendere coscienza di questi rischi è il primo passo verso la prevenzione ed il loro disinnesco.

QUARTO SEGNALE DI FUTURO: LITIO NELL’ACQUA

Il quarto segnale di futuro della settimana risulterebbe scioccante, se non avesse almeno qualche fondamento scientifico, ed in ogni caso serve a maturare spunti di riflessione non banali.

In una ricerca pubblicata la scorsa settimana sul British Journal of Psychiatry, gli scienziati di un gruppo di lavoro di alcune università del Regno Unito hanno identificato un collegamento tra l’assunzione di litio nell’acqua che beviamo e tassi di suicidio più bassi. Il litio avrebbe una funzione di stabilizzatore dell’umore e quindi l’idea che se ne possa fare un uso clinico, controllato e serio per prevenire certi disturbi del comportamento ha evidentemente la sua ragion d’essere.

Ma qui si sta parlando di litio naturalmente disciolto nell’acqua potabile della nostra rete idrica, quella che esce dal rubinetto di casa e che molti di noi, filtrata o al naturale, beviamo ogni giorno.

PROVE RANDOMIZZATE… CHE TERMINE AMBIGUO!

La parte “forte” di questa storia è in realtà l’ipotesi di aggiungerlo dove necessario. La rivista Vice riferisce che gli scienziati dietro lo studio suggeriscono di condurre “prove randomizzate per le comunità”, che in pratica vorrebbe dire mettere tranquillamente il litio nella fornitura d’acqua di alcune aree, dove si registrano alti tassi di condizioni di salute mentale precarie o di morti per suicidio. 

Suona ovviamente come una provocazione e, francamente, mi auguro che si tratti proprio di questo. L’acqua che beviamo ogni giorno è qualcosa di cui ci fidiamo senza farci troppe domande ed è chiaramente un veicolo perfetto per raggiungere potenzialmente ogni casa ed ogni individuo. L’idea che possa diventare in futuro un veicolo per trasferirci sostanze in grado di fare qualcosa per noi, migliorare le nostre performance, anche prevenire eventuali malattie, oggi mi lascia piuttosto sconcertato. In parte perché si presta a potenziali abusi, se non a veri e proprio attentati, in parte perché l’adozione di cure o soluzioni per la nostra salute comunque dovrebbe essere presa individualmente.

Dall’altra parte l’idea di soluzioni personalizzate, qualcosa che oggi con l’attuale infrastruttura è palesemente impossibile, non nego abbia un fascino particolare.

QUINTO SEGNALE DI FUTURO: RAGGI DI ELETTRICITA’

La quinta notizia della settimana arriva dall’Australia e la riguarda la trasmissione dell’energia. I metodi di generazione e stoccaggio dell’energia sono progrediti enormemente nell’ultimo secolo, ma la trasmissione dell’energia è rimasta praticamente invariata da quando Edison, Siemens e Westinghouse hanno introdotto per la prima volta le reti elettriche basate su fili di rame 150 anni fa.

Una startup sta invece testando un approccio grazie al quale speciali antenne e ricevitori potrebbero trasmettere l’elettricità per via area in tutto il paese riducendo la necessità di costruire e mantenere costose infrastrutture con fili di rame. 

Come funziona? La startup di Auckland Emrod ha sviluppato un sistema che converte l’elettricità in onde elettromagnetiche che possono essere inviate senza fili a opportuni ricevitori per essere riconvertite in elettricità da utilizzare nelle case e nelle aziende.

Di fatto è una tecnologia che ha visto le sue prime sperimentazioni in altri campi ben cinquanta anni fa. I militari americani la testarono sui droni, con l’idea che un raggio di energia da terra li avrebbe potuti tenere in volo perpetuo. E come spesso accade, le tecnologie nate in ambito militare ed aerospaziale, poi vengono riformulate, modificate ed adattate per scopi civili. 

La Emrod, ha quindi siglato un accordo con una grande compagnia elettrica locale, identificato una “tratta” sperimentale e ad Ottobre avvierà un test che darà maggiori informazioni sulla fattibilità reale del sistema e sulla scalabilità del progetto. 

BENEFICI

Tale tecnologia promette infatti una lunga lista di benefici: consentirebbe di far entrare in rete comunità remote che spesso dipendono da soluzioni costose come i generatori diesel, potrebbe essere usata in caso di emergenza qualora la consueta infrastruttura terrestre non fosse disponibile, garantirebbe un notevole risparmio di costo rispetto ai cavi sottomarini, ridurrebbe il numero di piloni per il trasporto della corrente che spesso deturpano gli ambienti e così via.

Insomma l’elenco delle potenzialità sembra particolarmente interessante, ma ovviamente ci sono ancora diversi ostacoli da superare ed aspetti da ottimizzare. Per esempio deve sempre esserci una chiara linea senza ostacoli tra antenna e ricevitore per poter trasmettere il segnale. Inoltre bisognerebbe evitare che una persona, un oggetto o un animale intersechino la linea del segnale, che sarebbe pericoloso per loro vista la quantità di energia trasportata, e quindi serve una tecnologia che riconosca questo evento ed interrompa il segnale all’occorrenza. E poi servono antenne e ricevitori di diversa dimensione e potenza a seconda delle distanze che si vogliono collegare. Del resto non per niente si fanno i test e si scopra cosa funziona, cosa no e come migliorare.

Questa è una soluzione che The Future Of terrà monitorata per raccontarvi le evoluzioni del caso.

LA STARTUP DELLA SETTIMANA: SEGMENTATIVE.AI

La startup della settimana è la berlinese Segmentative.ai, che ha raccolto un round da oltre 2 milioni di euro per potenziare la propria piattaforma che consente di estrarre da un qualsiasi video le immagini di persone in movimento e posizionarle in nuovi contesti, fittizi o reali creando, come loro slogan “momenti impossibili”. L’header del loro sito rende bene l’idea facendo vedere l’immagine di un balzo che una ragazza compie per strada, probabilmente durante una corsa, e riposizionandolo su un nuovo sfondo dove salta da una gru ad un tetto, in un atto di parkour estremo. Il tutto direttamente da cellulare e con un grado di realismo eccezionale dove dettagli, luci e sfondi sono trattati con un grado di precisione sbalorditivo.

Che sia il prossimo “giochino” per gli appassionati dei social network non ci sono dubbi, anche se le applicazioni divertenti spesso nascono e muoiono velocemente ed a volte rischiano di essere un po’ fini a se stesse.

In questo caso però la combinazione di machine learning e reti neurali applicate alla cattura video in real-time sembra essere particolarmente interessante. Non a caso, la startup è in realtà uno spin-off della casa madre, Cinector, con anni di esperienza di effetti speciali nei film e quindi si possono evidentemente pensare applicazioni della tecnologia in ambiti più “alti” ed in settori più maturi dove le nuove tecnologie possono portare una ventata di novità.

Inoltre mi sembra particolarmente rilevante il concetto che una società già affermata non sviluppi all’interno a sue spese una nuova tecnologia investendo nella classica R&D, ma la spinoffi facendo ricorso a finanziatori esterni, pur restando di fatto proprietaria della tecnologia e dei relativi benefici, seppur in compagnia appunto di altri investitori.

SALUTI

La puntata di The Future Of è quasi finita, ma non andate via, ancora un istante. 

Prima di tutto, grazie di essere stati con me durante le vostre attività quotidiane, in questo periodo magari sotto l’ombrellone, o come spero io la sera sprofondati in una comoda poltrona con un bicchiere di cognac in mano.

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In attesa che esca la prossima puntata, vi invito a suggerire The Future Of ai vostri amici, ai colleghi ed agli appassionati di futuro.


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