
News dal futuro – grafica per videogiochi da favola, aerei elettrici, riconoscimento facciale, il geohack del progetto Vesta, smart working
Questa settimana nella rubrica di notizie sul futuro di The Future Of parliamo di:
– i segreti del motore di grafica Unreal 5 della Epic Games
– completato un volo di mezz’ora con passeggeri a bordo per il primo aereo 100% elettrico
– Clearview AI nell’occhio del ciclone per uso illegale del riconoscimento facciale
– il progetto Vesta: spiegato il geoheack delle spiagge verdi
– un tribunale svizzero impone al datore di lavoro di contribuire all’affitto del collaboratore in smart working
La startup della settimana: Otrium, Olanda.
Unreal aerei elettrici geohack Vesta smart working
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Benvenuti o bentornati a The Future Of: questo è lo spazio dei curiosi di futuro.
Io sono Andrea Ferrante e vi racconto le tecnologie, i colpi di genio e le discontinuità che potrebbero diventare grandi e plasmare il modo in cui vivremo domani.
NEWS DAL FUTURO
GRAFICA PER VIDEOGIOCHI DA FAVOLA
La prima notizia della settimana arriva dal mondo dei videogames e ci consente di cominciare la puntata con leggerezza. Epic Games, la società dietro a Fortnite, tanto per intendersi, ha rilasciato una demo del suo nuovo motore grafico in uscita nel 2021, che si chiama Unreal Engine 5. Ora, capisco che parlare di grafica in un podcast che per sua natura è uno strumento audio può rendere poco l’idea, ma Unreal 5 è qualcosa di davvero spettacolare. La demo “Lumen in the Land of Nanite” funziona in tempo reale su PlayStation 5 e ha un aspetto davvero incredibile. Epic Games ha dichiarato che potrebbe “raggiungere un fotorealismo alla pari con la computer grafica o la vita reale“.
Quali tecnologie consentono risultati così spettacolari? Prima di tutto, la “geometria dei micropoligoni virtualizzata con Nanite” dà ai programmatori la possibilità di creare letteralmente arte “composta da centinaia di milioni o miliardi di poligoni” che possono essere importati direttamente in Unreal Engine.
In secondo luogo, “Lumen”, che è il secondo pezzo di tecnologia, offre agli sviluppatori una “soluzione di illuminazione globale completamente dinamica che reagisce immediatamente ai cambiamenti della scena e della luce”. Ciò significa che i singoli raggi di luce possono rimbalzare molte volte dalle superfici, creando “riflessi speculari indiretti in ambienti enormi e dettagliati, a scale che vanno dai chilometri ai millimetri”.
Vi lascio ovviamente il link del video dove potete rifarvi gli occhi. Per me che giocavo a Dragon’s Lair nel 1986 sul Commodore 64 vi posso dire che davvero il futuro è già qui. Nel 2021 Epic Games migrerà anche Fortnite su questo motore e sono sicuro che ne vedremo delle belle, in tutti i sensi.
https://www.unrealengine.com/en-US/blog/a-first-look-at-unreal-engine-5
AEREI ELETTRICI
Per la seconda notizia della settimana, occhi al cielo. Giovedì scorso un Cessna 208 completamente elettrico, al gran completo con nove passeggeri a bordo, ha compiuto un volo di test per 30 minuti. Ad oggi è il più grande aereo al mondo completamente elettrico ad aver volato così a lungo.
Il produttore, che si chiama magniX è entrato sul mercato nel 2009 per sconvolgere l’industria del trasporto aereo affidandosi ad un team di professionisti che comprende ex dipendenti di aziende importanti come Airbus, Boeing, Google, SpaceX e Tesla.
La dimostrazione di ieri segue un altro importante volo dello scorso dicembre, dove un aereo magniX più piccolo, in collaborazione con la compagnia aerea regionale Harbour Air, ha volato per 15 minuti. Non era un caso, nel 2019 infatti, magniX ed Harbour hanno annunciato per la prima volta i loro piani per diventare partner e rendere Harbour la prima compagnia aerea al mondo 100% elettrica.
Per i Cessna retrofittati, perché è questo che sta pensando Harbour Air per la sua flotta, il raggio d’azione è di circa 160 chilometri. Per i velivoli progettati direttamente elettrici nativamente, l’autonomia potrebbe essere anche fino a cinque volte superiore. Il CEO di magniX ha comunque specificato che il costo per far funzionare la flotta elettrica retrofittata di Harbour Air comunque potrebbe essere inferiore anche del 50 per cento rispetto ai tradizionali aerei a carburante.
Sarà il futuro? Diciamo che mezz’ora di volo non è un tempo incredibile. Esistono già droni elettrici che percorrono le medesime distanze, sono stati progettati elettrici nativamente e chiaramente sono molto meno complessi di un aeroplano, almeno dal punto di vista meccanico. Senza contare che in molti casi sono anche pensati per decollare in verticale e non hanno necessariamente bisogno di una pista.
In ogni caso è una bella storia da seguire.
RICONOSCIMENTO FACCIALE
La terza notizia della settimana riguarda la battaglia per i diritti civili che negli USA si sta combattendo contro l’uso scorretto del riconoscimento facciale. E’ evidente che in America in questo preciso momento hanno ben altri problemi sui diritti civili e delle minoranze, ma io ho scelto di occuparmi di tecnologia e quindi vi parlo di Clearview AI.
La American Civil Liberties Union sta facendo causa alla controversa società di riconoscimento facciale Clearview AI per violazione dell’Illinois Biometric Information Privacy Act, sostenendo che la società ha raccolto e memorizzato illegalmente dati su cittadini dell’Illinois a loro insaputa e senza il loro consenso ed ha poi venduto l’accesso alla sua tecnologia alle forze dell’ordine ed a società private.
Quindi attenzione, non stiamo dicendo che il riconoscimento facciale è brutto e cattivo, anzi, stiamo solo spingendo affinchè sia utilizzato all’interno di leggi precise e con la volontà del pubblico. Se così non fosse, il fatto che funziona benissimo non sarebbe un pregio, bensì un grave rischio.
PRELIEVI NON AUTORIZZATI
Il motivo per cui lo strumento dell’azienda americana è così efficace è che Clearview ha preso le fotografie e altri dati da siti di social media contro le regole di quelle piattaforme, ed ha creato un database di oltre 3 miliardi di immagini che vengono poi confrontate con una foto caricata utilizzando sofisticati algoritmi addestrati dal machine learning. Probabilmente ci sono anche la mia faccia e la tua che mi stai ascoltando, anche se non siamo in Illinois.
Già questo sarebbe grave, se poi questa informazione viene monetizzata, vendendola a forze dell’ordine pubbliche, che le usano senza disposizioni di legge in materia, ed agenzie private, direi che è davvero troppo.
Aggiungendo benzina al fuoco, Clearview vende l’accesso a un’applicazione per smartphone che consente ai suoi clienti, ed anche a quelli che utilizzano l’applicazione in prova, di caricare una foto di una persona sconosciuta e ricevere istantaneamente una serie di foto corrispondenti.
Mi auguro che vengano bloccati il prima possibile.
IL GEOHACK DEL PROGETTO VESTA
La quarta notizia riguarda il progetto Vesta, qualcosa che vi stupirà per la sua potenza visionaria dirompente. L’idea è quella di accelerare un processo naturale che normalmente avviene molto lentamente, nel corso del tempo geologico. Quando la pioggia cade sulle rocce vulcaniche, queste rocce si dissolvono un po’, e si scatena una reazione chimica che cattura l’anidride carbonica dall’aria e la “spinge” dentro l’acqua sotto forma di una molecola, nota a tutti, che si chiama bicarbonato.
Il progetto prevede di macinare l’olivina, che è un minerale verde poco costoso, e poi spargerla sulle spiagge dove le onde possono innescare la stessa reazione chimica che estrae la CO2 dall’aria. Nell’acqua, gli organismi marini usano il bicarbonato per costruire conchiglie, e alla fine al massimo finirà come calcare sul fondo dell’oceano.
Nonostante vi siano sia scettici che contrari all’idea di rendere verdi le nostre spiagge, per tentare questo geo-hack, il progetto partirà con un’attività di test su un’isola caraibica semideserta. Una spiaggia vicina ad una che invece non verrà trattata, in modo da poter fare tutte le comparazioni del caso in due luoghi vicini e simili.
Io personalmente preferirei che i problemi climatici li affrontassimo alla radice, ma vista la lentezza decisionale e l’incapacità del potere politico, plaudo a queste iniziative.
Tra l’altro il progetto Vesta è senza scopo di lucro ed basso costo: l’olivina può essere estratta e portata sulle spiagge al costo di 10 dollari per tonnellata di carbonio catturato. Sarebbe di gran lunga il metodo permanente più economico per la cattura del carbonio. Inoltre, se dovesse funzionare, i promotori rilasceranno pubblicamente le istruzioni per replicarlo ovunque desiderato.
Insomma, se domani metterete i piedi su una spiaggia verde, ora sapete cosa significa.
SMART WORKING
L’ultima notizia settimana della settimana arriva dalla Svizzera e getta una luce interamente nuova sul tema tanto di moda dello smart working, che come avrete capito è molto working, ma sicuramente poco smart, a volte appena “remote”, ed a volte un mero “organizziamoci da casa più o meno come se fossimo in ufficio”.
Il giornale in lingua tedesca Tages-Anzeiger (mi perdonerete la pronuncia) riferisce che il massimo organo giurisdizionale svizzero ha stabilito che i datori di lavoro sono tenuti a contribuire al pagamento dell’affitto dei dipendenti se ci si aspetta che lavorino da casa.
Secondo l’articolo, la decisione del tribunale federale, riguarda una società di revisione contabile che aveva lasciato lavorare un dipendente da casa.
RISARCIMENTI CORAGGIOSI
La società ha sostenuto di non aver raggiunto un accordo con il dipendente in anticipo e quindi di non essere obbligata a coprire parte del suo affitto. Il tribunale ha respinto questa argomentazione ed ha aggiunto che il dipendente ha il diritto di chiedere un risarcimento per l’affitto anche con effetto retroattivo, dopo aver lasciato l’azienda.
L’attuale pandemia ha chiaramente spinto molte persone a lavorare da casa e si prevede che il fenomeno sarà in gran parte agevolato nel futuro prossimo, tanto da diventare un’abitudine praticamente permanente sotto certe condizioni. I massimi esperti si sono già spinti ad immaginare cosa questo significhi dal punto di vista psicologico per le persone e quanto possa influenzare il real estate business, la mobilità, l’uso del tempo… e chi più ne ha più ne metta.
Mi sembra giusto ricordare che in molte parti del mondo è illegale che il datore di lavoro “passi dei costi” al dipendente per svolgere attività nell’interesse del datore di lavoro e quindi dall’affitto, all’uso della corrente o della telefonia… o persino ad una quota del mutuo, l’argomento potrebbe diventare caldissimo. Salvo ovviamente accordi tra le parti. Se le grandi corporate volevano sfruttare l’occasione per risparmiare sui costi dell’affitto… mi auguro che la cosa si possa rivedere in un’ottica più bilanciata.
LA STARTUP DELLA SETTIMANA
La startup della settimana è l’olandese Otrium che ha chiuso un round B da 24 milioni di Euro. Lo so che gli olandesi non ci sono particolarmente simpatici in questo momento, dopo essere diventati il paradiso fiscale dell’UE attirando la ricchezza di chi vuole restare in incognito senza pagare le tasse, fanno poi il Paese “rigoroso” sulla condivisione delle risorse comunitarie durante la crisi, però questa startup aiuta su un tema particolarmente caldo. Lo smaltimento degli stock di invenduto nel mondo fashion, rivolgendosi principalmente ai piccoli brand indipendenti.
L’obiettivo è quello di prolungare il ciclo di vita della moda, evitando che grandi quantità di abiti perfetti, mae invenduti, prendano polvere nei magazzini. Gli amanti della moda possono iscriversi a Otrium e fare qualche affare, mentre i marchi di moda non solo hanno la possibilità di vendere la loro collezione precedente, ma anche di raccogliere informazioni sul loro pubblico.
Considerato che si stima che il mondo della moda abbia un invenduto stagionale globale di circa 150 billion (miliardi di dollari), Otrium è pur sempre solo una goccia nel mare, ma sicuramente sta navigando nel mare giusto.
Unreal aerei elettrici geohack Vesta smart working
SALUTI
La puntata di The Future Of è finita, ma non andate via, ancora un istante.
Prima di tutto, grazie di essere stati con me durante le vostre attività quotidiane, mentre preparate da mangiare, durante il fitness o solo per una pausa, o come spero io la sera sprofondati in una comoda poltrona con un bicchiere di cognac in mano.
Vi ricordo che The Future Of è in crowdfunding su Patreon, quindi se volete supportare questo progetto di divulgazione gratuita a meno del costo di un caffè a settimana, siete i benvenuti e avete tutta la mia infinita gratitudine.
In attesa che esca la prossima puntata, come sempre vi invito a suggerire The Future Of ai vostri amici, ai colleghi ed agli appassionati di futuro.
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